Dolori da sovraccarico: è giusto fermarsi?

di | 30 Aprile 2020

Il concetto di sovraccarico, inteso come patologia da sovraccarico, è un concetto che viene quotidianamente travisato in medicina.

O quanto meno capito a metà.

Tendiniti achillee, fasciti plantari, pubalgie, tendiniti della cuffia dei rotatori della spalla, alcuni tipi di mal di schiena cronico, infiammazioni della bandelletta ileo-tibiale… sono tutte situazioni patologiche in cui spesso la colpa ricade sul sovraccarico.

Quando ti senti dire che il tuo dolore ce l’hai perché hai sovraccaricato troppo, non devi pensare solamente a qualcosa legato alla quantità.

Non si tratta semplicemente di fare “troppo movimento”, ma di fare troppo movimento NON FISIOLOGICO.

E per non fisiologico intendo movimento non coordinato.

Che significa non coordinato?

Osserva bene questa immagine, perché mi servirà per fartelo capire.

Detto in maniera semplice, significa fare troppi gesti sbagliati mentre invece sei convinto di eseguirli correttamente.

Quindi il sovraccarico è l’eccesso di movimenti sbagliati.

Le componenti per determinare il sovraccarico quindi sono 2:

– quantità del movimento (in eccesso)

– qualità del movimento (sbagliato)

A questo punto spesso ti dicono che la soluzione è fermarti e interrompere completamente l’attività fisica, cosa che per molti sportivi è una soluzione a dir poco tragica.

Questo genere di “consiglio” ti viene dato perché mediamente il concetto di sovraccarico è legato SOLO ad un’idea quantitativa del movimento.

Si è sempre pensato che queste problematiche siano il risultato di movimento fatto in quantità eccessiva (per esempio allenandosi troppo), che poi produrrebbe delle microlesioni ripetute ai tessuti, che poi porta a dolore.

Quindi, secondo questo modo di intendere il problema, se ti fermi, poi dovresti risolvere.

Poi però ti accorgi che non è così.

Infatti spesso quando riprendi a fare movimento il problema si ripresenta anche se sei stato a riposo.

Ci inoltre persone che sviluppano ugualmente il problema pur muovendosi nella quantità corretta e pur allenandosi coi giusti tempi di riposo.

Questa accade perché si tralascia completamente l’altra componente fondamentale del problema: la qualità del movimento.

Ma prima di parlare della componente qualitativa, è bene definire i parametri corretti per la componente quantitativa.

Quindi quanto movimento fare? Quanto allenarsi? Quanta attività fisica?

Sappiamo che il nostro corpo è fatto per fare attività fisica breve e intensa (cioè di durata compresa tra i 40 e gli 80 minuti) con intervalli di 1-2 giorni tra una volta e l’altra.

Perché sappiamo che è così?

Basta studiare l’evoluzione umana.

Una volta la nostra attività fisica consisteva nello scappare dagli animali feroci, e quindi scatti, oppure consisteva nel lottare con essi, e quindi forza.

Ma non è che succedeva tutti i giorni.

Poteva capitare un giorno, poi magari per 2-3 giorni non succedeva niente.

Ecco che poi nell’arco di milioni di anni, questa modalità è stata scolpita nel nostro DNA.

Se ti stai allenando nel rispetto di questi tempi, il tuo modo di allenarti è corretto perché stai rispettando le quantità che il tuo corpo ti concede.

Se invece ti stai allenando tutti i giorni senza riposarti, sappi che stai andando contro la natura del tuo corpo, e allora si che il tuo dolore è legato alla quantità eccessiva di movimento che fai.

Si chiama sovrallenamento.

So che in testa hai l’idea che più ti alleni più vai forte.

Ma non è così.

Se ti concedi i giusti tempi di recupero, migliori i tuoi tempi e la tua performance.

Il sovrallenamento è dannoso in special modo per gli sport di resistenza, visto che sono il contrario dello scatto (che invece è breve e intenso).

Io sono apertamente contro gli sport di resistenza come running, ciclismo, ecc.

Ognuno è libero di fare quello che vuole chiaramente, ma è giusto che tu sappia che è contro la natura del tuo corpo.

Ci sono inoltre persone che fanno lavoro d’ufficio e zero attività fisica, e hanno comunque fasciti plantari, o tendiniti.

Alché potresti giustamente contestare che per loro il problema è legato forse alla sedentarietà (spesso a queste persone viene detto troppo semplicemente di “muoversi un po’”, e gli danno un antinfiammatorio già che ci sono).

Ma anche qui avresti solo parzialmente ragione, perché in realtà la sedentarietà è comunque legata ad un concetto di quantità.

Se il sovrallenamento è il troppo movimento, la sedentarietà è il suo opposto, cioè il troppo poco movimento.

Ma c’è invece un altro fattore più importante che nessuno considera, così arrivo ora al punto focale di questo articolo.

Tutti i clinici si dimenticano la componente fondamentale del problema sovraccarico, legata più alla qualità del movimento.

E’ importante considerare questa componente qualitativa perché, detto in parole povere, è inutile regolare alla perfezione la quantità di movimento se poi ogni volta che fai quel movimento in realtà lo fai sbagliato senza che te ne accorgi.

E come viene regolata la qualità del movimento, e cioè la coordinazione?

In una revisione della letteratura scientifica fatta da Jan Wike e dai suoi collaboratori, pubblicata sulla rivista Exercise and Sport Sciences Review, si è visto che lo sviluppo di certe problematiche da sovraccarico è causato da una alterata trasmissione di forze tra strutture miofasciali che sono collegate anatomicamente.

Cosa significa tutto ciò?

Significa che la connessione anatomica tra un muscolo e l’altro, è data dalla Fascia.
Perciò la Fascia fa da ponte tra un muscolo e l’altro.

Puoi ammirare la Fascia nell’immagine di questo in articolo in alto, dovresti vedere tutta una serie di linee bianche più o meno oblique.

Quelli sono i ponti di Fascia, le connessioni anatomiche.

A che servono?

Quando un muscolo si contrae, una parte della forza che sviluppa quel muscolo viene trasmessa attraverso quei ponti (linee bianche) fino al muscolo successivo.

Il muscolo successivo che riceve questa forza, adatterà poi la propria contrazione, per produrre un movimento migliore e più funzionale al tuo obiettivo.

Le connessioni anatomiche della Fascia servono quindi a mettere in comunicazione i muscoli tra loro, che diventano quindi collegati in serie.

In questo modo i muscoli tra loro possano coordinarsi per sviluppare un movimento più armonico possibile.

Senza questi ponti di Fascia la coordinazione sarebbe impossibile.

Immagina che senza i ponti di Fascia, ogni movimento che fai sarebbe scattoso ed esagerato, perché ogni muscolo del tuo corpo si attiverebbe completamente al massimo della forza, e con un tempismo totalmente sballato.

Quindi, ecco che quando la Fascia è alterata, c’è una trasmissione di forze alterata, e quindi è molto facile sviluppare il sovraccarico e poi il conseguente dolore.

– Se la trasmissione di forza è buona, la comunicazione tra le parti è migliore, quindi il movimento è migliore e non c’è dolore.

– Se la trasmissione di forza è compromessa, la comunicazione tra le parti è peggiore, il movimento viene eseguito male, e compare il dolore.

E’ questo che intendo quando parlo di parte qualitativa del sovraccarico.

In molti sport dove sono frequenti queste problematiche da sovraccarico, si notano delle anomalie (tipo rigidità muscolari) che non sono solo locali nella zona del dolore, ma si manifestano in altre zone anatomicamente connesse dalla Fascia.

Per esempio in una Fascite plantare con dolore al piede, capita spesso di trovare delle grandi rigidità a livello dei polpacci e dei flessori della coscia.

Quindi un’alterazione della rigidità e quindi della meccanica di un muscolo, può creare uno squilibrio anche nel muscolo adiacente.

Perciò, per un fatto meccanico, una disfunzione locale può irradiare nelle strutture vicine.

Questo porta ad una considerazione molto importante, che poi è quello che vedo tutti i giorni nel mio studio.

Non è che se hai un dolore in punto, allora la rigidità di quel punto si propaga ai muscoli vicini.

Molto spesso questo ragionamento si fa AL CONTRARIO.

Le rigidità vicine, non sono conseguenze del dolore, ma è il dolore ad essere una conseguenza delle rigidità vicine!

Mi spiego subito tornando all’esempio di prima.

Se hai un dolore da sovraccarico al piede, come una Fascite plantare, non è la Fascite plantare a generare la rigidità al polpaccio e ai flessori del ginocchio.

E’ la rigidità ai flessori del ginocchio e la rigidità al polpaccio che creano la Fascite plantare e quindi il dolore al piede!

E queste rigidità si creano perché flessori e polpaccio tra di loro non sono coordinati, perché la trasmissione di forze tra questi 2 muscoli non è buona per qualche motivo!

E’ questo che bisogna correggere in un problema da sovraccarico.

Agendo così, non devi per forza fermarti!
Scoprire il motivo del sovraccarico, è compito di un Fasciaterapeuta chiaramente.

Questo stesso ragionamento si applica anche ad altre problematiche da sovraccarico.

Per esempio in un dolore da tendinite della spalla, è facile trovare delle rigidità al collo.

Ma non è la spalla a creare rigidità al collo.

Nel 99% dei casi sono le rigidità al collo che nel tempo hanno creato la tendinite alla spalla.

Dopodiché, anche qui, sarà compito di un Fasciaterapeuta capire perché il collo ha cominciato a disturbare la spalla, ma è un’altra storia.

Quindi, in sintesi.

Se hai un dolore da sovraccarico:

1 – correggi la parte quantitativa del movimento: attività fisica da fare non più di 3 volte a settimana, con almeno 1 giorno di riposo tra una volta e l’altra. 40-80 minuti al massimo ogni volta.

2 – correggi la parte qualitativa del movimento: ridona la capacità di coordinazione al tuo corpo, eliminando ciò che compromette la trasmissione di forze tra un muscolo e l’altro. Devi cioè normalizzare la Fascia.

Per farlo ti servirà un Fasciaterapeuta.

Non un medico, non un osteopata, non un fisioterapista semplice.

Un Fasciaterapeuta.

Perché?

Semplicemente perché un Fasciaterapeuta oltre a studiare muscoli, tendini, articolazioni, legamenti, ecc, come gli altri, studia anche e soprattutto la Fascia e come questa colleghi ogni cosa nel corpo umano.

Gli altri professionisti ignorano la Fascia.

Commettono un errore gravissimo, perché di fatto si perdono la causa dei dolori da sovraccarico e si limitano a trattare delle conseguenze o solo dei sintomi.

CREDONO di trattare la causa, ma non è così.

Non lo dico io. Te lo testimonia l’articolo scientifico che ho citato.

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