Il tempo è denaro.
Un detto che più di qualunque altro rispecchia lo stato della società moderna: in qualsiasi lavoro, attività, nessuno può permettersi di perdere tempo.
Quando ti trovi a fare i conti con il dolore tutto cambia: che si tratti di una “periartrite”, di una sciatalgia, o di un “dito a scatto”, cambiano le tue priorità, il tempo che puoi dedicare al lavoro e soprattutto il tempo che puoi dedicare ai figli, al tuo business, ai tuoi sacrosanti e preziosi hobby o anche in viaggi, perché no.
Non te lo puoi permettere.
Nemmeno Claudio se lo poteva permettere, e fra poco ti racconterò la sua storia.
Il tempo scandisce la tua vita quando stai bene, ma non rallenta quando hai dei problemi.
Quando schiena, o spalla, o piede ti tormentano, non solo non riesci a mantenere i ritmi di tutti i giorni, ma senti anche il bisogno fondamentale di accorciare il più possibile questo tempo di malessere, e se possibile lo annulleresti in un colpo solo.
E la tentazione di una pastiglietta e via si fa pressante.
Tante volte ti puoi rendere conto troppo tardi della gravità di qualcosa che ti sta accadendo, un dolore alla spalla che pensi passi da solo, un dolore al ginocchio che dura da qualche giorno ma che non ti impedisce di fare quello che vuoi al massimo, la schiena che non ti permette di dormire bene la notte.
Spesso quando capisci che devi correre ai ripari è già da un bel po’ che lotti con il tuo dolore.
Molto spesso mi sono trovato, nel mio campo, di fronte a persone che necessitavano di accorciare il più possibile il loro tempo di malattia, o il tempo da dedicare alle cure!
Sempre più persone mi chiedono di fare il possibile per poterle guarire in tempi brevi perché questo dolore sta influenzando la loro vita già DA TROPPO TEMPO!
Questi pazienti spesso rimanevano delusi quando venivano a sapere che i tempi di terapia “tradizionali” potevano essere lunghi (settimane, mesi) e che avrebbero dovuto convivere con il loro dolore ancora per troppo tempo.
Se ti sei mai trovato di fronte a una situazione simile sai di cosa sto parlando. Sai cosa vuol dire rinunciare a qualcosa perché ti è impedito farlo. Sai come ci si sente quando non si vede la luce in fondo al tunnel avvicinarsi velocemente come vorresti.
Intanto il TEMPO PASSA!
Rinunci ogni giorno a qualcosa di quello che ti piace fare.
Proprio per questo Claudio si è rivolto a me.
Claudio è un professore delle superiori, in un istituto professionale.
Da qualche mese Claudio ha una limitazione alla spalla che lo tormenta e per la quale ha già fatto delle terapie (indovina con che risultati).
Nonostante questo il problema di Claudio non riguarda il lavoro e, paradossalmente ora non è nemmeno la spalla il grosso del suo problema.
Devi sapere infatti che Claudio è anche un grande appassionato di vela.
Nonostante il problema alla spalla, Claudio è sempre riuscito a lavorare, seppure in sofferenza.
Con l’arrivo dell’estate però sono cominciate le sessioni di vela e lui ha cominciato a prendere in mano le corde, e qui sono iniziati i dolori: infatti si è accorto che oltre alla ormai triste compagnia della spalla, la quale comunque gli permetteva di gestire la barca, è comparso un importante dolore alla mano, in particolare alle dita, ogni volta che stringeva le corde.
La diagnosi è stata di “dito a scatto”, una tendinite particolare.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso: dopo l’esperienza della spalla mai completamente risolta e le prospettive di lunghi periodi di trattamento, Claudio sarebbe dovuto partire da lì a tre settimane per un giro di 14 giorni in solitaria.
E avrebbe dovuto farsi il suo bel giro in vela con un costante dolore alle dita.
Ecco che compare la necessità TEMPO: risolvere il problema NECESSARIAMENTE in un periodo limitato.
In aggiunta nessuno sapeva ben dirgli perché fosse iniziato quel dolore e da dove venisse.
Questo finché non mi ha conosciuto.
Alla prima seduta: ecco quando il dolore è sparito.
Poi, altre 2 sedute poi per stabilizzare il risultato e limare tutti i dettagli.
1 a settimana…Comodo no?
1 seduta a settimana di mezz’ora, invece di 1 mese di dentro e fuori dai vari centri di macchinette.
Siamo passati da non riuscire a prendere in mano una corda, a farsi due settimane di vela nel Mediterraneo.
Ma come è stato possibile tutto questo?
Io non sono per niente un genio, nè ho fatto niente di eccezionale.
Semplicemente sono partito dalla considerazione che i problemi sono collegati tramite la Fascia, e che con qualunque persona io mi trovi davanti, con qualunque problema, bisogna fare trattamenti che rispettino due elementi fondamentali:
– Tessuto giusto: la Fascia, perché è quella che collega le varie parti del corpo, e che quindi fa muovere il dolore da una parte all’altra.
– Zona giusta, zona della causa: spalla in questo caso, non il dito.
Perché il dito è chiaramente una conseguenza della spalla. La spalla è la causa!
Questo perchè, durante la Mappatura delle Cause, cioè la visita iniziale che viene eseguita prima di ogni trattamento, facendo le giuste domande a Claudio è emerso che alla spalla aveva avuto un trauma anni prima!
Non ci fosse stato trauma alla spalla, serviva cercare ulteriormente la causa in qualche altro trauma nel collo per esempio. Ma la spalla già andava bene come causa, perché già solo il trauma alla spalla giustifica tutta l’evoluzione del dolore fino al dito.
I dolori nel corpo sono SEMPRE collegati, è questa la chiave!
Chiaro che se si continua a guardare SOLO dove una persona ha male adesso, non si arriverà mai a una soluzione, perché i dolori di oggi sono solo l’ultimo anello di una catena di tutto quello che è successo in passato!
Se si ignora questo essenziale punto di vista, i primi a risentirne sono proprio i pazienti.
Chiaramente gli hobby saranno le prime cosa a cui dovrai rinunciare, indifferentemente dal fatto che si tratti di un dolore a una spalla, a un ginocchio, alla schiena o al collo…perché quel che succederà sarà che ti impediranno di compiere serenamente i movimenti che una volta facevi con scioltezza.
Ma non è solo questo che viene intaccato dal prolungarsi del problema: il lavoro diventerà più difficoltoso, diventerai nervoso e avrai bisogno di più tempo per realizzare i tuoi doveri.
Infine ma non per questo meno importante, è il sonno: per quanto tempo riesci a fare quello che devi se non dormi abbastanza e bene come dovresti?
Tutto questo si innesca in un circolo vizioso che vuole una sola risposta: STARE BENE VELOCEMENTE.
Il problema è che star bene velocemente è semplicemente IMPOSSIBILE se non si conoscono i collegamenti (che avvengono per mezzo della fascia) e se si va a colpire il punto sbagliato.
E infatti prima a Claudio continuavano a trattare i tendini delle dita, convinti che l’infiammazione fosse la causa, quando invece non era altro che una conseguenza della spalla.
Tramite il trattamento dei punti specifici della Fascia della spalla, a Claudio sono sparite le tensioni che con il tempo hanno causato il suo problema al dito e alla spalla stessa.
Qualsiasi sia il tuo problema, ovunque tu abbia dolore, i principi da seguire per guarire sono gli stessi che hanno portato Claudio alla risoluzione del problema.
In sintesi, trattare la Fascia invece del muscolo o della zona infiammata, porta ad ottenere un miglioramento istantaneo e stabile nel tempo, perché si va a lavorare sulle CAUSE del tuo dolore e non sulle CONSEGUENZE.
Nel mio libro di prossima uscita, approfondirò tutte queste tematiche legate al dolore e alle cause che lo generano.
A breve ci saranno importanti novità a riguardo!
A presto!
Davide