A seguito di un’operazione chirurgica possono verificarsi diverse complicanze.
Se ti è mai capitato di sottoporti magari ad un’operazione chirurgica per un’ appendicite, o per un’ernia inguinale, una protesi d’anca o di ginocchio…insomma, qualsiasi cosa che ti porta sotto i ferri, devi sapere che questo ti può sottoporre a diverse conseguenze negative.
L’operazione che hai subito magari ha perfettamente successo, ma spesso tutti si scordano che ci sono come degli effetti collaterali.
I più frequenti sono:
– Aderenze, cioè il fatto che 2 tessuti messi uno sopra l’altro si fondono tra loro. Nei casi peggiori si possono generare dei veri e propri “piastroni”.
– Cicatrici rigide (o non fisiologiche), cioè il fatto che una cicatrice non si elasticizzi nel tempo, andando a creare una rigidità dei muscoli. Nei casi peggiori si formano i cosiddetti cheloidi, cioè delle cicatrici belle grosse e rialzate che si dice “fanno labbro”.

Cosa c’entra la Fascia in tutto questo?
C’entra che sia nella formazione di aderenze che di cicatrici, la Fascia si trova presa in mezzo, e modifica la sua naturale anatomia.
Trascurare cicatrici e aderenze, genera tensioni sulla Fascia, che in futuro portano a dolori muscolari o articolari.
Intendo tipo mal di schiena, sciatiche, cervicali o male al collo, fasciti plantari, ecc.
Nemmeno io so dire esattamente dove i dolori colpiranno in particolare.
Dipende solo dalla tua storia clinica e dal tuo stile di vita.
Ma capiteranno, se non fai nulla.
Per questo motivo, la cosa migliore che puoi fare per prevenire la formazione di cicatrici e aderenze, è quella di adottare prima di tutto un atteggiamento pro-attivo prima e dopo l’operazione.
In pratica non devi rimanere fermo ad aspettare che la cicatrizzazione faccia il suo corso.
Ci sono alcune cose che è bene fare prima, e alcune cose che è bene fare dopo l’operazione.
Bada bene che le indicazioni che sto per darti, dovrebbe in realtà dartele il tuo medico chirurgo o lo specialista che ti ha visitato.
Spesso a livello medico queste indicazioni non vengono fornite perché sottovalutate e ritenute di importanza minore nel breve termine.
Il problema però si vede nel medio e lungo termine, con i dolori che altrimenti svilupperai e di cui nessuno si preoccupa.
Quindi non ti aspettare una prescrizione specifica per la tua situazione.
Devi arrangiarti, informarti e fare da solo.
Preso atto di questo, arriviamo al punto.
Una delle cose più importanti che puoi fare per prepararti all’operazione è il trattamento della Fascia in prossimità dei linfonodi per migliorare e potenziare il tuo sistema immunitario.
Cosa c’entra il sistema immunitario e i linfonodi con le cicatrici e le aderenze?
E’ molto semplice.
I linfonodi sono quelle strane palline che si trovano appena sotto pelle, che magari si ingrossano e diventano palpabili nel collo quando magari hai l’influenza.
Ebbene, i linfonodi, tra le varie funzioni che possiedono, hanno anche quella di filtrare la linfa, cioè quel liquido fatto dall’accumulo di sostanze di scarto prodotte dalle cellule del tuo corpo.
Se il linfonodo è troppo intasato, ingolfato, appesantito da questa linfa…succede che il linfonodo non riesce fare il suo lavoro, semplicemente perché è ingolfato dalla troppa roba da filtrare.
E sai dove si trovano esattamente questi linfonodi?
Appena sotto pelle, tra i vari strati di tessuto, in particolare sono inseriti nella Fascia, tra i suoi strati.
Questo significa che i linfonodi si possono raggiungere manualmente, e sempre manualmente possono essere drenati e liberati.
Un linfonodo che è stato liberato, può fare di nuovo da filtro e ripulire il tuo corpo da ciò che è dannoso.
Ma se rimane ingolfato, tutto ciò che è dannoso ristagna, e la guarigione non può avvenire.
Inoltre il sangue circolerà meglio e sarà più facile far arrivare ossigeno e nutrienti alla zona operata.
Ecco perché, banalmente, questo ha a che fare col sistema immunitario.
Se il linfonodo fa bene il suo lavoro, la cicatrice che si formerà sarà bella elastica e sarà meno facile che si formino aderenze.
Un sistema immunatario sano, ti protegge anche dalle infezioni.
Normalmente una tecnica simile viene attuata da estetiste o fisioterapisti tradizionali, e viene chiamato linfodrenaggio.
Il linfodrenaggio per come dice il nome, drena la linfa, cioè la sposta.
Quello che invece fa un Fasciaterapeuta, è trattare la Fascia che sta intorno al linfonodo per migliorare l’ambiente in cui la linfa circola.
Liberando la Fascia che avvolge il linfonodo, si libera anche il linfonodo stesso.
Sono 2 approcci opposti, perché il linfodrenaggio tradizionale sposta la linfa momentaneamente, mentre il trattamento della Fascia crea un ambiente migliore all’interno della quale la linfa CIRCOLA MEGLIO SEMPRE, e il linfonodo lavora MEGLIO SEMPRE.
Così si prevengono i dolori futuri, perché la cicatrice che si formerà sarà fisiologica ed elastica, e il rischio che si creino aderenze così è prossimo allo 0.
Se sei in procinto di effettuare un’operazione chirurgica, idealmente, dovresti fare 1 trattamento della fascia dei linfonodi a settimana, per le 4 settimane precedenti all’operazione.
Per un processo di guarigione ottimale, sono altrettato importanti un adeguato piano alimentare e l’utilizzo di integratori specifici.
In particolare per quanto riguarda l’integrazione di vitamine e altri integratori:
– Zinco: riduce i tempi di guarigione delle cicatrice, riduce rapidamente le dimensioni della ferita, e rinforza il sistema immunitario per scongiurare le infezioni
– Vitamina C: è una componente importante per un recupero totale. Secondo l’ “Australasian College of Nutritional and Environmental Medicine”, i livelli di vitamina C diminuiscono rapidamente in chi è vittima di ustioni, operazioni chirurgiche, o altri traumi fisici. E’ una vitamina essenziale per la crescita e la riparazione dei tessuti in tutto il corpo. È infatti essenziale per produrre collagene, riparare le ferite e creare tessuto cicatriziale.
– Vitamina A: stimola la sintesi del collagene e aumenta la forza e la resistenza del tessuto cicatriziale in modo che non si strappi.
– Vitamine B1 e B5: una carenza nelle vitamine del complesso B può ostacolare la capacità di guarire da lesioni o interventi chirurgici perché questi nutrienti collegano il collagene e forniscono ossigeno e sostanze nutritive alla zona lesionata. Il Centro medico dell’Università del Maryland indica specificamente che la tiamina e l’acido pantotenico, che sarebbero le vitamine B-1 e B-5, possono guarire le ferite e promuovere la salute della pelle.
– Acqua alcalina: l’alcalinizzazione del corpo, contrasta e bilancia l’eccesso di acidità derivante dall’alimentazione incontrollata delle persone. In questo modo si crea un ambiente migliore entro il quale i processi metabolici avvengono, compresi i processi di riparazione.
Smettere di assumere cibi che causano infiammazione sistemica, aiuta immensamente.
In particolare tutto ciò che contiene glutine e lectina (solitamente i cereali e legumi), lattosio e caseina (solitamente i latticini).
E’ stato dimostrato che queste categorie di cibi sono fortemente infiammatorie per il corpo.
Invece alimenti come funghi, peperoni, tutte le verdure verdi, bacche, semi, noci, aglio, cipolle, pesce privo di metalli pesanti, carne di manzo allevato ad erba, uova e pollo (diciamo i cibi che sono più “biologici”) hanno capacità antiossidanti e antinfiammatorie.
Dopo l’intervento, solitamente il protocollo standard prevede il riposo a letto e nient’altro.
In realtà, questo è il momento perfetto in cui sottoporsi nuovamente al trattamento della Fascia, magari in modalità più leggera.
Quindi non si fa solo prima, si fa anche subito dopo l’intervento.
Chiaramente non si tratta direttamente la zona del taglio subito dopo l’intervento chirurgico.
Quello che però si può fare è applicare il trattamento della Fascia normale sopra e sotto la cicatrice, in modo da favorire l’elasticità della zona.
Sulla zona della ferita si possono inoltre applicare dei bendaggi che aiutano a tenere insieme le fibre di collagene nell’incisione, e aiuta inoltre a ridurre il gonfiore e prevenire lo strappo dell’incisione.
Movimenti bruschi, ampi ed eccessivi vanno certamente limitati, questo ce lo dice anche il buon senso, perché la ferita si può riaprire.
Tuttavia i movimenti non vanno bloccati del tutto.
Un po’ di esercizio, delicato e controllato, e chiaramente anche adattato alla zona operata, aiuta a prevenire la formazione di eccessivo tessuto cicatriziale.
Inoltre, con un moderato movimento, si generano delle tensioni minime e controllate, che contribuiscono a rendere elastica la cicatrice, in modo che in futuro questa non vada limitare i movimenti e che non vada a generare rigidità muscolari e fasciali.
Stretching e rinforzo muscolare in abbinata al trattamento della Fascia, possono potenziare i risultando in quanto anche questi due metodi possono prevenire la fibrosi, allungando e allentando le aree lese che normalmente si irrigidiscono.
Inoltre anche’essi aiutano a mantenere il tessuto sciolto e a prevenire la formazione di tessuto cicatriziale in eccesso.
Generalmente possono volerci più di 18 mesi per una guarigione completa della ferita.
Una volta terminata la prima fase della guarigione (cioè i primi 3 mesi, ma anche prima se per caso appaiono sintomi), si possono applicare degli approcci più aggressivi, come il trattamento della Fascia tradizionale direttamente sulla zona della cicatrice.
Quello che si può fare è agire sui tessuti profondi (Fascia epimisiale ed aponeurotica, in generale detta Fascia prodonda), con lo scopo di impedire che l’acido jaluronico presente tra i vari strati di tessuto diventi colloso.
Normalmente l’acido jaluronico è un lubrificante presente fra gli strati di tessuto, che serve a dare un certo scorrimento.
Ma in particolari condizioni (per esempio dopo un intervento chirirgico) da lubrificante si trasforma in colla e impedisce ai vari strati di scorrere tra loro.
Questa condizione, se trascurata, può portare alla formazione di aderenze e fibrosi.
Frizionando direttamente la parte incollata, in questo caso la cicatrice, si riporta l’acido jaluronico nuovamente al suo stato di lubrificante originario, e si ripristina la corretta scorrevolezza tra gli strati.