Tunnel carpale: può essere causato dalla Fascia del nervo mediano

di | 1 Febbraio 2020

Il tunnel carpale è forse una tra le condizioni più debilitanti che possa colpire una persona.

Colpisce il 3% della popolazione…ed è talmente debilitante che può farti perdere perfino la forza di tenere in mano un bicchiere.

Ti impedisce di lavorare.

Comunemente si dice che il tunnel carpale è “l’intrappolamento” del nervo mediano, nel momento in cui il nervo mediano attraversa un tunnel di tessuti a livello del passaggio tra il polso e la mano.

Quella particolare zona di passaggio è detta anche detto carpo.

Ora sai anche perché si chiama carpale.

Di questo intrappolamento è sempre stato incolpato un certo legamento chiamato “legamento trasverso del carpo”, che sta sopra al nervo mediano, e che irrigidendosi lo schiaccia.

Quando le persone vengono operate, i chirurghi semplicemente tagliano questo legamento, liberando il nervo.

Ultimamente però, ci si sta sempre più allontanando da questo modo di procedere, perché i chirurghi si sono accorti che qualcosa non torna.

Molti interventi chirurgici per il tunnel carpale non danno risultato, e molti chirurghi dopo anni hanno cominciato a chiedersi il perché.

E’ stata quindi formulata una seconda ipotesi, cioè un secondo modello di interpretazione del problema.

Sembra infatti che il problema effettivamente si, sia dovuto alla compressione del nervo mediano, ma anche dalla rigidità dell’epinevrio e di tutte le altre guaine intorno del nervo.

L’epinevrio e le guaine del nervo sarebbero gli strati più esterni del tessuto connettivo che circondano un nervo periferico. In altre parole, è Fascia.

Quindi sono due i colpevoli: il nervo mediano compresso dal legamento, e la Fascia del nervo mediano.

Ecco perché oggi viene anche chiamata “la sindrome da doppio schiacciamento”.

Carla Stecco e altri studiosi dell’università di Padova, hanno cercato di analizzare e osservare tutte le varie connessioni anatomiche tra il nervo mediano, l’epinevrio, le guaine e tutte le strutture circostanti…quindi anche muscoli, tendini, legamenti ecc.

Il risultato più clamoroso (anche se non così tanto clamoroso per chi mastica un po di conoscenze sulla Fascia) è che esiste una continuità tra la Fascia del muscolo (il cosiddetto epimisio) e la guaina paraneurale (cioè tutti gli strati esterni che avvolgono il nervo, tra cui c’è anche l’epinevrio).

Le guaine paraneurali sono strutture che hanno un ruolo protettivo contro le forze di compressione che possono disturbare il nervo.

Questo studio è di importanza fondamentale, perché dimostra tecnicamente che delle rigidità Fasciali e muscolari possono interferire con il nervo.

Quindi Carla Stecco e tutto il suo team di studiosi hanno scoperto che il nervo mediano non è una struttura isolata, ma è interamente collegato alle strutture miofasciali che gli stanno intorno.

Ma vediamo adesso nel dettaglio come si arriva ad avere questo intrappolamento del nervo.

I ricercatori propongono un modello 3D per comprendere meglio la situazione:

Paraneural sheath è la guaina con tutti i suoi foglietti; epineurium è l’epinevrio cioè il foglietto più interno sostanzialmente a più stretto contatto col nervo. Entrambi sono Fascia.

In condizioni normali, le forze trasversali (trasversale forces) mantengono aperta quella guaina che contemporanemente protegge il nervo e genera lo spazio in cui il nervo può scorrere (sliding movement) quando muovi il braccio.

Se per qualche motivo viene meno la corretta trasmissione di forze tra una Fascia e l’altra, o tra la Fascia di un muscolo e la guaina del nervo, comincia a crearsi una certa rigidità.

Dai oggi, dai domani, la rigidità della guaina aumenta sempre più in un delle 4 direzioni.

Come risultato finale si arriva ad avere a una riduzione dello spazio interno della guaina (che ripeto E’ FASCIA), aumentando così le forze di compressione e di taglio tra il nervo e gli strati fasciali intorno.

Cioè il nervo non scorre più dentro la guaina, ma anzi viene intrappolato, e alla fine c’è il dolore e il formicolio alle dita.

Uno dei fattori principali da cui parte tutto questo meccanismo patologico, sono i traumi.

Osserva bene l’immagine sopra: come vedi ci sono 4 frecce disposte in 4 direzioni diverse.

Mettiamo caso che tu ti sia rotto il polso anni fa.

Se la frattura ha coinvolto di più i tessuti in basso, la rigidità aumenta verso il basso, e la guaina verrà trainata verso il basso strozzando il nervo.

Se invece sono stati presi più i tessiti in alto, la rigidità aumenterà verso l’alto, ma il risultato finale sarà sempre quello di avere uno strozzamento del nervo.

Idem se al posto di una frattura magari c’è stato un taglio profondo lateralmente all’avambraccio.

In quel caso la tensione aumenterà lateralmente, ma il risultato finale sarà ancora una volta quello di ottenere uno strozzamento del nervo.

Ora hai compreso il meccanismo di base perché te l’ho reso semplice.

Ma non finisce qui.

Per darti un’idea della complessità della cosa (se mi segui da un po’ forse già lo sai), sappi che esiste un tipo di Fascia che fa da ponte e collega i muscoli del avambraccio intorno al nervo mediano, con i muscoli della spalla e del collo, e avanti fino al torace, o giù nella mano.

Questa Fascia è chiamata Fascia aponeurotica ed è diversa dalla Fascia a guaina del nervo.

Osservando le cose nel loro insieme, l’esistenza stessa di questa Fascia a ponte, implica che lo strozzamento del nervo mediano, alias il tunnel carpale, può in realtà derivare da una rigidità della guaina che origina da un vecchio trauma di un’altra parte del corpo.

Curare un tunnel carpale è come giocare a battaglia navale con un paziente.

Bisogna trovare le coordinate del colpevole.

Essendo tutto collegato, la tensione può originare da un trauma avvenuto in qualsiasi parte del corpo.

Certo, è difficile che un tunnel carpale sia stato causato da una distorsione di caviglia, ma è invece molto comune che derivi da problemi cervicali o da un vecchio colpo di frusta.

Siamo comunque molto lontani dal sintomo.

Questa è una situazione che mi capita di curare davvero frequentemente.

Ora comprendi anche tu come il nervo NON PUO’ essere curato come qualcosa di a sé stante, ma è oggettivamente incluso in una struttura che lo avvolge e lo collega a tutti i tessuti circostanti.

E tutti questi tessuti partecipano al suo movimento e possono influenzarlo.

Ecco perché non basta solo incidere chirurgicamente il legamento trasverso del carpo come normalmente viene fatto dai chirurghi.

C’è anche la guaina, che è fatta di Fascia, con tutte le sue connessioni.

Tutti dimenticano di prescrivere il trattamento della Fascia, ma è il primo approccio che dovresti scegliere per curare il tunnel carpale.

NESSUN professionista della salute sia esso un chirurgo, un fisiatra, un fisioterapista o osteopata, può curarti il tunnel carpale mirando solo al nervo senza considerare le sue connessioni con la Fascia.

Prima libera la guaina (si tratta manualmente).

Se poi non basta, a operarti fai sempre in tempo.

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